Il 9 maggio il Centro Astalli Trento, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e il Centro Moda Canossa hanno presentato l’evento finale del progetto “Abbiamo la Stoffa Giusta! Creatività, sostenibilità e inclusione attraverso la moda”.
Il progetto, sostenuto delle Madri Canossiane e finanziato dalla Fondazione Caritro, ha coinvolto gli studenti e le studentesse del Centro Moda con la festosa partecipazione dei bambini della scuola dell’infanzia Virginia de Panizza. L’obiettivo era quello di approfondire i temi della migrazione forzata femminile attraverso la creatività e la bellezza delle diverse culture, facendosi guidare dalla figura di Santa Giuseppina Bakhita per imparare a riconoscere l’identità e il valore di ciascuno e ciascuna.
Nell’evento è stato presentato il murale realizzato da parte delle studentesse e degli studenti sull’edificio dedicato proprio a Santa Giuseppina, “Casa Bakhita”, dove sono accolte, in collaborazione con il Centro Astalli Trento, due rifugiate nigeriane con i loro bambini. Così il murale su “Casa Bakhita” diventa fulcro dell’incontro delle diverse anime del compendio, affacciandosi sull’Istituto delle Figlie della Carità Canossiana, sulla scuola professionale e la scuola dell’infanzia.
“Siamo qui in onore anche di un anniversario importante” dice Suor Daniela Rizzardi, Madre Superiora delle Canossiane “ieri era la giornata in cui si festeggia Santa Maddalena di Canossa. Questo progetto nasce quindi sotto l’egida di due grandi donne, lei e Santa Bakhita, donne capaci di porre segni di vita nelle ferite della storia. Abbiamo bisogno dei loro sguardi. Abbiamo bisogno che il loro esempio modelli i nostri occhi, le nostre mani, i nostri cuori”.
“Ogni tanto, guardando il mondo intorno a noi, mi chiedo, ma abbiamo davvero la Stoffa Giusta?” si domanda Stefano Graiff, presidente del Centro Astalli Trento “l’esempio che abbiamo davanti però riempie di speranza. La pace si costruisce a partire da azioni quotidiane, proprio come queste. In questo compendio, in queste scuole, anche con questi progetti si costruiscono gli strumenti necessari a creare insieme il mondo di domani”.
Tra le tante parole, di certo si è fatta sentire anche la musica. Quella cantata dai bambini della scuola dell’infanzia Virginia de Panizza, che hanno narrato la vicenda di Bakhita in strofe. E quella ballata sempre dai bambini, che si sono esibiti in una danza piena di gioia e di voglia di vita.
La chiusura è stata nelle parole dell’arcivescovo Lauro Tisi. “Ci dicono sempre che il mondo va male. Ma è una fake news. Non credetegli. Il mondo va bene e qui assistiamo a una prova di questa verità. Il mondo va bene perché ci vivono milioni di uomini e di donne che, quotidianamente, vivono e praticano l’accoglienza”.