Si avverte fortissima l’esigenza di rispondere al diffuso spaesamento e isolamento degli adolescenti e dei giovani offrendo loro una “casa” accogliente dove poter fare esperienza culturale sfidante e profonda, entro una compagnia gioiosa e dei contesti di apprendimento che li aiutino a riconoscere i propri talenti e la propria vocazione.
All’interno di un’avventura culturale che fa leva sulla bellezza, l’amicizia, il rapporto con la natura e la relazione con Dio, essi possono provare un intenso e riconoscente amore per la vita dedicandosi a un lavoro che renda più umana la vita degli altri e liberi loro stessi dall’inerzia e dalla noia. Il fattore cruciale in tutti i 14 casi presentati è costituito dalla cura della comunità educativa: le soluzioni adottate – il team work, la supervisione, i momenti di risonanza e gli incontri informali – mirano a suscitare uno stile del lavoro come partecipazione a un’opera comune, trasformando il malessere in energie positive che rendono il Centro un ambiente dove si respira fiducia e levità, le virtù che alimentano una disposizione premurosa verso gli allievi.
Le organizzazioni educative carismatiche con radice religiosa mostrano ancora oggi di avere una “marcia in più” nel rilancio dell’educazione, specialmente nei momenti di crisi; per evitare che l’attuale momento di vivacità ed entusiasmo a poco a poco si spenga, sono necessarie tre vigilanze: culturale, metodologica ed organizzativa e, soprattutto, esistenziale.