Il progetto EUAMI continua con il workshop:
Un’Africa – molte Afriche di Anna Pozzi

Anna Pozzi, è giornalista e scrittrice esperta di Africa, è redattrice del mensile «Mondo e missione», collabora con diverse testate per le quali ha realizzato numerosi reportage dai Paesi dell’Africa e del Medio Oriente ed è stata invitata dal Canossa Campus per un nuovo workshop all’interno del progetto europeo EUAMI. Gli allievi del Canossa Campus hanno potuto così approfondire e fare nuove scoperte sul continente africano.
L’incontro è stato un viaggio attraverso la complessità dell’Africa, un continente spesso ridotto a stereotipi, ma che rivela una straordinaria diversità culturale, geografica e demografica. Anna Pozzi ha sottolineato come i confini tracciati dagli europei durante il colonialismo abbiano contribuito a generare conflitti duraturi, come quello in Sudan. Ha proseguito confrontando la crescita demografica africana con quella di India e Cina e ha dimostrato la necessità di una lettura attenta delle dinamiche che modellano il futuro del continente.
La giornalista ha dedicato attenzione anche al Nord Africa, sottolineando le sfide legate ai conflitti, al terrorismo e ai cambiamenti climatici, che hanno spinto milioni di persone a migrare. Ha poi analizzato la rapida urbanizzazione africana: oltre la metà della popolazione vive ormai nelle città, dove la pandemia ha accentuato le disuguaglianze sociali.
Un esempio significativo è stato quello della regione del  Kivu, ricca di minerali, ma devastata da instabilità e sfruttamento. Ha raccontato  la storia di Denis Mukwege (vincitore del premio nobel per la pace)fondatore dell’ospedale Panzi Hospital and Foundation a Bukavu, capitale della provincia del Sud-Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo,  per donne vittime di violenza, collegando le difficoltà locali alle scelte di consumo dei paesi occidentali.
La giornalista ha portato come esempio anche la Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa, simbolo di contrasti estremi: ricchezza e povertà, tradizione e modernità. La riflessione si è chiusa con un invito a considerare l’impatto delle politiche e dei consumi europei sulle crisi umanitarie africane.
L’intervento di Anna Pozzi ha lasciato una traccia profonda, stimolando una maggiore consapevolezza su un continente spesso frainteso e sulla responsabilità di guardare all’Africa con occhi nuovi.