Da tanti anni ENAC organizza la formazione per il personale che opera nelle scuole e nei centri canossiani, cercando di rispondere ai loro bisogni e talvolta di anticiparli. Ettore e Donatella, in qualche modo voi rappresentate il passato e il presente della formazione per il personale. Se vi guardate indietro, come descrivereste questo percorso?
Ettore: La formazione del personale delle scuole e degli enti di formazione canossiani è sempre stata per ENAC una priorità. Naturalmente la difficoltà consisteva nel reperire risorse adeguate allo scopo, per non pesare sulle singole realtà.
Per questo la scelta dell’Istituto Canossiano in Italia di far aderire nel 2005 tutti i suoi Enti al nascente Fondo interprofessionale Enti Religiosi (FOND.E.R.) promosso da AGIDAE (Associazione Gestori Istituti Dipendenti Dall’Autorità Ecclesiastica) e CGIL-CISL-UIL con il “placet” della C.E.I. è stata vincente, poiché ha permesso ad ENAC sin dal 2006 di promuovere la cultura della Formazione Continua del personale e finanziare Piani Formativi rivolti ai lavoratori sia laici che religiosi degli Enti/Istituti aderenti.
Donatella: È stato un percorso continuo durante il quale abbiamo sempre cercato di coniugare la sostenibilità economica con il fabbisogno formativo, rispondendo alle più variegate esigenze, da quelle strategiche indicate dall’Istituto Canossiano a quelle che rispondono alle necessità dalle singole sedi, includendo anche temi generali che riguardano tutti quale ad esempio l’adeguamento alla nuova normativa sulla privacy.
Cos’è cambiato negli anni? Quali sono state le maggiori difficoltà?
Ettore: Quello che è cambiato negli anni non è certo il valore della formazione, ma la necessità di uscire dagli stereotipi per adeguarla alle reali esigenze di un mondo, come quello dell’istruzione e della formazione, in continua evoluzione e profondo cambiamento.
La difficoltà maggiore, se così vogliamo chiamarla, è stata quella di corrispondere alle esigenze di una realtà educativa come quella canossiana diffusa su un territorio molto vasto, dalla Sicilia al Trentino, e costituito da istituzioni che vanno dalla piccola scuola dell’infanzia di paese al grande plesso scolastico comprendente tutti gli ordini di scuola.
A questo si è aggiunto il fatto di dover creare e sostenere un’idea di formazione non come scelta sporadica o frammentata, ma come scelta strategica e di continuità per ogni tipo di realtà educativa.
Donatella: Il tutta Italia contiamo circa 80 sedi, con caratteristiche diverse per tipologia e dimensione, per un totale di circa 1500 dipendenti.
Siamo partiti nel 2006 con i piani formativi nazionali annuali; al tempo contavamo 6/10 progetti realizzati in comune tra più sedi e rivolti principalmente a chi aveva un ruolo di direzione e coordinamento. Dopo qualche anno siamo arrivati ad una ventina di progetti realizzati nelle singole sedi; oggi ci aggiriamo sui 40 progetti annui che coinvolgono tutto il personale docente e, a seconda delle tematiche, anche quello non docente. Questi sono i numeri dei progetti riguardanti l’ambito strettamente educativo-didattico, poi c’è tutta la formazione che riguarda la sicurezza sul lavoro. Non sono solo dati statistici, significa che crediamo nella formazione del personale come risorsa per affrontare un mondo in continua trasformazione e per questo abbiamo sempre incentivato le nostre sedi a partecipare. Significa che anche noi siamo cresciuti e abbiamo ottimizzato le nostre risorse per rispondere sempre di più alle richieste delle nostre sedi.
Le difficoltà fanno parte di ogni cosa. Sicuramente le incombenze burocratiche ed il rispetto di tutti i vincoli, trattandosi di progetti finanziati, sono lo scoglio maggiore. Anche le normative continuano a cambiare e bisogna tenersi al passo. E poi combinare le tempistiche della formazione con il calendario e gli impegni scolastici non è sempre facile. Per questo ci sono mesi relativamente “tranquilli” e mesi in cui a fatica riusciamo a realizzare tutto. Ma la sfida maggiore è sicuramente il ricercare proposte innovative, stimolanti e coinvolgenti, per una scuola attenta alle trasformazioni della società, ma sempre fedele a quello stile canossiano che la caratterizza.