Piccoli grandi artisti
Istituto Canossiano di Feltre

Cecilia Protti insegna da oltre 40 anni ai bambini delle scuole elementari dell’istituto Calossiano, prima nella vecchia sede ed ora in quella nuova a fianco della stazione ferroviaria. La docente, dal 1982, è diventata un punto di riferimento di intere generazioni di bambini e adulti che hanno frequentato l’istituto feltrino, periodo durante il quale la società e la scuola stessa sono profondamente cambiate.
In questi decenni passati dietro la cattedra ho assistito ad un profondo mutamento della società, in particolare dei genitori: infatti ho notato come questi siano diventati molto più apprensivi, con un po’ meno fiducia verso gli insegnanti con la conseguenza di una difficoltà comunicativa tra le parti”. 
Cecilia ricorda come un tempo i bambini partivano a piedi da casa per raggiungere la scuola, paragonandolo ai giorni d’oggi che quasi arrivano in macchina al ciglio della porta d’ingresso. Sono cambiati i tempi, le preoccupazioni ed anche la disponibilità di tempo che le famiglie riescono a dedicare ai propri figli.
Attualmente viviamo nella generazione dei figli di internet, dove tutti usano i cellulari ed alcuni fanno già gli acquisti su Amazon. Purtroppo, le famiglie spesso per sopperire ai ritmi frenetici della vita quotidiana tendono a veicolare i propri bambini mediante l’uso di queste tecnologie digitali. Parallelamente, rispetto ad un tempo, la scuola e il corpo docente sono cambiati, aggiornandosi quotidianamente, garantendo un percorso scolastico anche a chi, qualche decennio fa, non avrebbe potuto farlo come coloro affetti da disabilità fisiche ed emotive.
Cecilia Protti è fermamente convinta che oltre all’insegnamento classico sia fondamentale introdurre e far conoscere agli alunni l’arte, quale veicolo per stimolare il pensiero dei più piccoli e far sviluppare loro qualità spesso nascoste, anche per chi non è proprio portato.
“Sono certa che l’insegnamento dell’arte in ambito scolastico abbia ricadute positive sui bambini, infatti permette loro di manifestare emozioni, disagi, fantasie che in altri modi non emergerebbero. Ogni opera ha una bellezza soggettiva, che ognuno può interpretare e valorizzare a piacimento senza paletti o limiti preimpostati”.
Secondo Cecilia l’arte permette a chiunque di manifestare se stesso senza che questo possa essere giudicato o etichettato, garantendo così il libero pensiero, l’accettazione di ciò che è diverso e la consapevolezza che la diversità aiuta a costruire e non a dividere. L’insegnante cita l’esempio di Yayoi Kusama, l’artista giapponese il cui lavoro si basa sull’arte concettuale e mostra alcuni attributi di femminismo, minimalismo, surrealismo, art brut, pop art ed espressionismo astratto accomunati tutti dalla tecnica dei pois. Da piccola era considerata una pazza per la sua visione che riproduceva nei dipinti, ora le sue opere valgono una fortuna e la sua galleria d’arte si trova all’interno di un manicomio.