Sono stati approvati i corsi Fonderper il 2023 e la novità di quest’anno è che le diverse progettualità saranno suddivise su diversi piani. Infatti, sono stati approvati 1 piano nazionale, 3 piani aziendali e 2 piani tematici: green e digital, per un totale di 72 corsi, 695 ore e una previsione di 1097 partecipanti.
All’interno del piano tematico digital è presente anche un corso trasversale per tutte le scuole dedicato allo strumento online per la progettazione grafica per i social e non solo: Canva. Le tematiche dei corsi verteranno poi su ambiente, didattica, competenze sullo sviluppo digitale, pedagogia, team building e comunicazione assertiva.
Una delle note più importanti di quest’approvazione non solo la possibilità di migliorare le nostre competenze ma anche riuscire, attraverso la partecipazione ai corsi e non solo, ad aumentare la sinergia e a fare network nel nostro mondo canossiano.
Il bando promosso da Con i Bambini Impresa Sociale ha visto la partecipazione di 754 realtà
Il progetto, R.E.T.E. – Risorse ed Esperienze del Territorio Educante, nasce dalla volontà di 7 enti non lucrativi specializzati sui minori e 2 istituti scolastici di potenziare servizi e progettualità per fronteggiare la “desertificazione educativa” che sta attraversando Foggia e i suoi sobborghi, il tutto con la supervisione del Comune. Quasi 300 minori accolti, 457 genitori, 30 scuole attive, 10 associazioni, 1 azienda daranno vita ad un Patto Educativo di Città per rinforzare la comunità educante attorno alla scuola e alla famiglia di riferimento.
A loro volta, per agire localmente, verranno creati dei circoli rigenerativi in ogni quartiere-rione della città che fungeranno da hub di progettazione educativa per ridurre l’abbandono scolastico e per evitare che i minori a rischio diventino preda della criminalità organizzata. Formazione degli operatori, riqualificazione di aree urbane, supporto genitoriale saranno solo alcune delle azioni preventivate per raggiungere gli output di progetto.
Una forte RETE di collaborazioni permetterà all’Enac Puglia di raggiungere un obbiettivo molto importante quello di rispondere alla povertà educativa con la comunità educativa.
ENAC Puglia con il proprio centro per minori “Talità Kum”, in partnership Associazione Comunità sulla Strada di Emmaus, l’Associazione San Benedetto odv, la Congr. Suore Pie Operaie di San Giuseppe, il Centro Diurno Bakhita, Centro Socio-Educativo “Allegra Brigata”, Casa Delle Figlie Della Carita’ Canossiane,Ce.S.eVo.Ca. (Centro Studi e Volontariato di Capitanata),Comune di Foggia,Cooperativa Sociale Aura, ENAC, Istituto Comprensivo Statale “Da Feltre-Zingarelli“, lstituto d’Istruzione Superiore Statale ‘Luigi Einaudi’ hanno deciso di partecipare al bando “Comunità Educanti” per supportare le comunità educanti incentrate attorno alle scuole e per fornire nuovi strumenti di “recupero” dei minori a forte rischio di abbandono scolastico e povertà educativa.
La R.E.T.E., costituita dai più rilevanti centri educativi diurni/polifunzionali di Foggia, ha deciso di intraprendere un percorso di istituzionalizzazione delle proprie attività per allargare il numero di stakeholder che possano prendere parte al network, potenziare l’impatto delle diverse comunità educanti già presenti sul territorio e dar vita ad un processo virtuoso di co-progettazione sociale dal basso con le Istituzioni locali.
Il 2023 sarà un anno ricco di attività, tutte le associazioni che prendono parte a R.E.T.E. si riuniranno prossimamente per dare il via a questo importante progetto.
Quest’anno abbiamo iniziato il cammino di Avvento puntando il nostro focus su un componente del Presepio a cui di solito nessuno presta molta attenzione:
la mangiatoia.
Nelle classi, lungo i corridoi, sui vari cartelloni sono apparse mangiatoie di varie fogge, alcune costruite ad arte da qualche nonno volonteroso con attitudini artigiane per non dire artistiche. Lì, quando è venuto alla luce a Betlemme, dentro una stalla, è stato deposto Gesù. Quanto è rabberciata col legno, e rozza la mangiatoia, buona per porgere paglia e fieno, cibo di animali. Ma quella mangiatoia, che sta ovviamente in una stalla, si trova a Betlemme, città del pane per ebrei e cristiani, città della carne per i musulmani. Quella città, che ha visto i natali del Re Davide, secondo le profezie, avrebbe dato i natali al Messia, Gesù. Ebbene, il 2 dicembre, quando si è trattato di celebrare con tutte le classi la giornata del Pane per Amore, abbiamo pensato di collocare uno dei grandi pani che di lì a poco avremmo spezzato e condiviso, dentro una delle mangiatoie costruite dai nonni.
Non poteva presentarsi occasione migliore per associare il nostro piccolo gesto di rinuncia e di solidarietà ad alcuni significati adombrati nell’evento inaudito e colmo di mistero del Santo Natale ormai imminente:
Dio che si fa carne per essere con noi, Dio che è pane che si lascia spezzare per nutrirci, tenerci uniti. Dio, che in Gesù, vuole che impariamo a riconoscerci tutti, figli e fratelli.
Da molti anni, nei tempi forti di Avvento e di Quaresima in un giorno stabilito, ciascuno di noi rinuncia alla merendina del mattino consegnando l’offerta corrispettiva al Comitato Solidale della Scuola che, unitamente a quanto viene raccolto con iniziative analoghe, devolve il tutto a famiglie bisognose e ad un’Opera educativa delle missioni canossiane. È una modalità per educarci ad aprirci a chi è nel bisogno sia nel contesto in cui viviamo, sia in quello un po’ più in là, dove tanti nostri coetanei sono privi del necessario. La benedizione del Pane per Amore, la frazione in tante porzioni quanti siamo, la condivisione/consumazione fatta insieme con lo sguardo orientato alla mangiatoia diventi un segno, per quanto piccolo, che l’attesa di Gesù nella nostra esistenza non possa spegnersi mai. Un santo natale a tutti ed un 2023 di pace
All’Istituto “Barbara Melzi” di Legnano un progetto di educazione civica in collaborazione con l’associazione Kayros di don Claudio Burgio.
Il tema dell’ascolto è il filo rosso della programmazione dell’a.s 2022/2023, un tema che ha trovato spazio soprattutto nelle ore di educazione civica e si è concretizzato in una serie di proposte di approfondimento e di laboratorio che hanno trovato il loro momento più significativo nella mattinata del 13 dicembre, quando oltre 400 persone tra studenti e proff delle superiori nella Chiesa di San Domenico e più di 150 delle medie in streaming hanno ascoltato la testimonianza di don Claudio.
Con un linguaggio immediato, capace di catturare l’attenzione di tutti, grandi e piccoli, don Burgio ha raccontato la sua esperienza di vita, il percorso di educatore e i gli incontri capaci di «cambiare il modo in cui si guarda il mondo», perché si impara sempre dagli altri, «non si cresce se si resta sempre con chi la vede come te. La realtà va ascoltata tutta intera se si vuole capire il mondo».
In questa narrazione, composta da parole semplici ed incisive, è stata spiegata una parte del disagio giovanile, quella di ragazzi che non avendo un posto protetto dove ritrovarsi crescono in balia della fatica del vivere degli adulti, della violenza di una parte della comunità lasciata da sola, quella della periferia composta dagli ultimi: cittadini stranieri oppure senza occupazione e quindi privi di una collocazione sociale.
Ma non sono solo i giovani che crescono nei quartieri difficili a vivere momenti complicati, ci sono anche quelli visti dalla società come “bravi ragazzi”: gli studenti intelligenti con bei voti che per adrenalina o addirittura per noia finiscono per spacciare, oppure per delusioni iniziano ad assumere droghe o buttarsi nell’alcol. Tutti loro però, secondo don Burgio hanno «una maschera con cui vogliono dare un’immagine di sé grandiosa, dura, forte, vincente.
Vogliono avere soldi, potere oppure semplicemente essere visti. Ma, poi, giunti in comunità – Kayros – le maschere cadono a terra. C’è chi capisce subito, altri si ribellano. Ma prima o poi tutti si rendono conto di voler fare un passo in avanti e allora tornano e chiedono aiuto». Dunque, l’unica parola chiave è saper «ascoltare», sentire l’altro, accoglierlo, capire e imparare a guardare con i suoi occhi.
“Se Dio mi ha portato qui per tutto questo, è perché da me si aspetta qualcosa: ha sicuramente qualcosa in mente per me“
Con queste parole, le parole di un giovane (famoso) ospite della sua Comunità, don Claudio ha concluso il suo intervento. Ed è con questa certezza che ritornare in classe e guardare i compagni assume un gusto di vita nuova e si (ri)comincia ad ascoltare. Questo è il Kayros!
In quest’anno scolastico 2022-2023 l’Istituto Maddalena di Canossa di Monza, con il supporto di Fondazione Canossiana, ha creato un vero e proprio gemellaggio con la missione di madre Noelia nel Barrio Pacu Ecua di Encarnaciòn, dove le Madri Canossiane, già nel 2006, hanno avviato un centro socio-sanitario per garantire le cure sanitarie di base agli abitanti del posto.
L’idea è venuta alle Studentesse e gli Studenti dei Licei, con l’iniziativa “Merenda Solidale: piccoli gesti per grandi progetti“: una volta al mese e per tutto l’anno scolastico, con il contributo di Pellegrini Spa (sempre sensibile a queste iniziative), durante l’intervallo del venerdì vengono vendute focacce e pizzette e il ricavato viene devoluto alla Missione in Paraguay. Nel mese di dicembre, invece, la Merenda Solidale ha una connotazione più natalizia: vengono infatti venduti dei panettoni monoporzione, sempre con il contributo di Pellegrini Spa; mentre in occasione della festa di San Valentino verrà proposta la tradizionale vendita delle rose, sempre in favore della Missione Canossiane in Paraguay.
Durante l’Avvento anche le altre Scuole dell’Istituto si sono organizzate e hanno dato così il loro prezioso contributo a questo progetto di solidarietà. E così la Scuola dell’Infanzia, con l’aiuto delle mamme, ha organizzato una golosissima Merenda Solidale, con torte e dolcetti preparati dalle famiglie dei nostri bambini.
La Scuola Primaria ha organizzato un banchetto con la vendita di muffin, preparati dalle mamme degli studenti. Inoltre le classi della Primaria, con l’aiuto di Giancarlo Urbani di Fondazione Canossiana, hanno incontrato in videoconferenza madre Noelia, che ha raccontato loro il suo lavoro nel Barrio Pacu: è stato un momento molto simpatico. Invece, gli alunni della Secondaria di 1° grado, oltre alla Merenda Solidale con pizzette e focacce il venerdì prima di Natale, hanno realizzato dei tappetini per mouse, che sono stati venduti nei Mercatini allestiti dalla Scuola Primaria e dalla Scuola dell’Infanzia.
“Tante gocce formano un mare” recita una famosa canzone: le tante gocce dell’Istituto Maddalena di Canossa di Monza contribuiscono a creare un grande mare di solidarietà verso chi ha più bisogno, ma anche apre a tutti (studenti, famiglie e docenti) l’orizzonte della speranza e della generosità. e allarga il cuore per festeggiare il mistero del Natale, dove l’Amore di Dio si dona “agli uomini di buona volontà“.
Gli alunni delle Canossiane di Monza dal sindaco per la…gentilezza
I bambini hanno poi continuato la loro propaganda della gentilezza facendo tappa al palazzo comunale, dove hanno consegnato al sindaco Paolo Pilotto la loro poesia “Valigia della Gentilezza”.
Poi, in compagnia del primo cittadino, del vicesindaco Egidio Longoni, dell’assessora alle Politiche Giovanili Andreina Fumagalli e dell’assessora alla Cultura Arianna Bettin, hanno visitato la sala riunioni, indossando i panni di amministratori comunali.
“Rallegrare ed emozionare, anche solo per un attimo, la giornata al prossimo, è stata una cosa bellissima. Ne siamo usciti tutti arricchiti, adulti compresi – ha affermato Elena Beretta, coordinatrice didattica della scuola dell’Infanzia – Questa esperienza fa parte di un progetto a cui lavoriamo tutto l’anno per educare quotidianamente i piccoli a gesti di accoglienza e attenzione verso l’altro, dentro e fuori da scuola”.
Operatori di gentilezza è la frase scritta sulle pettorine gialle che i piccoli delle Canossiane hanno indossato per dispensare sorrisi e parole cordiali ai passanti per le vie del centro città.
Questa la bella iniziativa che ha visto protagonisti i bimbidella scuola dell’infanzia e della sezione Primaverain occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza, lunedì 13 novembre 2022, per diffondere con semplicità e spontaneità il grande potere di un piccolo gesto. E lo hanno fatto proprio a partire dalla loro scuola. I più piccoli, infatti, sono rimasti in Istituto, portando la loro dose di dolcezza ai compagni e a tutto il personale scolastico. I più grandi, invece, si sono diretti nel cuore di Monza, dove hanno donato a passanti e commercianti una poesia, una caramella o un pensiero gentile.
Assegnato il primo trofeo di “The Fashion Award Trento”
È Rossella Sterni, 19 anni, studentessa del Centro Moda Canossa, la vincitrice della prima edizione
È Rossella Sterni, 19 anni, la vincitrice della prima edizione del “The Fashion Award Trento”, il contest dedicato ai ragazzi e alle ragazze under 25 che frequentano o hanno frequentato il Centromoda Canossa. Il trofeo è stato consegnato direttamente dalle mani del presidente dell’Associazione Artigiani TrentinoMarco Segatta che ha dimostrato grande attenzione nei confronti dei giovani studenti, potenziali futuri artigiani. La vincitrice, oltre al titolo della prima edizione del The Fashion Award Trento, si aggiudicherà un servizio fotografico professionale.
Hanno partecipato al contest: Franch Alessia, Paternoster Stella, Sicher Maria, Saincy Kathiana e Sterni Rossella. Durante l’evento organizzato da Marco Consoli, presidente dell’Associazione culturale Trediciarti, in collaborazione con il Centromoda Canossa sono stati presentati gli abiti realizzati dalle 5 giovani designer.
La giuria era composta da Cristina Gaddo, Sabrina Tamanini e Marco Consoli. I giurati hanno visionato le proposte elogiandone il valore e assegnando una menzione speciale per la capacità sartoriale ad Alessia Franch. Michele Filippini direttore del Centromoda Canossa ha valutato buona la risposta degli studenti e ha affermato “Ora abbiamo un intero anno scolastico per preparare al meglio la seconda edizione”. Durante l’evento sono intervenute Zineb Hazim giovane designer di talento Italo marocchina che ha ispirato i giovani studenti presenti per la sua determinazione e Francesca Liberatore designer in calendario alla Milano Fashion Week e Dubai Fashion Week che, in collegamento da Milano, ha raccontato il suo percorso di successo fatto di competenza, genialità, creativa, impegno e “adrenalina.
L’esperienza del servizio civile universale al Cfp Canossa di Bagnolo Mella
Luca Baldo ci racconta la sua storia
Sono Luca Baldo, ho 22 anni e da sei mesi, insieme all’amica Giulia Lombardi, sono un volontario del Servizio Civile Universale, operante presso l’ente Canossiano di Istruzione Superione “CFP Canossa” nella sede di Bagnolo Mella (Bs). Sono stato un ex allievo del centro, ho frequentato il corso di pasticceria dell’anno 2013/14 per qualificarmi come: “operatore della trasformazione agroalimentare specializzato in panificazione e pasticceria” nel 2016 e poi mi sono diplomato come: “tecnico della trasformazione agroalimentare specializzato in panificazione e pasticceria ” nel 2017.
Ho avuto modo di continuare la mia formazione personale in ambito alberghiero e non, diplomandomi alla maturità con specializzazione in tecniche e servizi dell’ospitalità alberghiera settore sala-bar nel Luglio 2018 presso l’ IIS Vincenzo Dandolo a Barniano di Corzano, frazione di Dello (Bs) e frequentando poi un corso di economia, finanza, marketing e tecniche di segreteria che mi ha permesso di coseguire il diploma in tale settore pochi giorni prima di iniziare questa nuova avventura. Il mio avvicinamento al Servizio Civile è stato del tutto occasionale, dopo quasi cinque anni dal mio licenziamento come studente. Infatti durante i periodi di lockdown causa pandemia da covid 19 approfondito la mia conoscenza nelle lingue estere, oltre che ovviamente, avere molto tempo per riflettere sul mio futuro.
Il Fato ha voluto che, seguendo le pagine social del CFP, la mia attenzione ricadesse su un opportunità di crescità e di lavoro retribuito. Contattando in prima persona gli interessati sono stato introdotto al mondo, a me all’ora sconosciuto, del servizio civile. Un anno di lavoro, retribuito ed erogato dal Ministero delle Politiche Giovanili, seguendo il progetto “Studiare insieme funziona” a sostegno e ad aiuto degli studenti.
L’idea mi è subito sembrata una miniera d’oro per quanto riguarda la possibilità di crescita come persona e per il mio personale interesse di capire cosa ci fosse “dietro” il lavoro all’interno dell’ambiente scolastico. Ho presentato la mia candidatura per il bando nazionale nei primi giorni del mese di Maggio e subito dopo sono stato contattato per il colloquio selettivo; superato quello il mio punteggio in graduatoria mi ha permesso di accedere al progetto e iniziare la mia avventura il 25 Maggio 2022.
Fin da subito mi si è aperto un mondo del tutto nuovo, fatto di entusiasmo, voglia di fare, di mettersi in gioco e di imparare. Ma allo stesso tempo mi si è presentato un mondo complesso, estremamente eterogeneo e a volte anche spaventoso per via della sua incredibile dinamicità e del rapporto con i ragazzi. Essere operatori volontari presso una scuola vuol dire essere camaleontici, comprensivi, adattivi e resilienti; tutte qualità che da anni contraddistinguono il lavoro dei formatori, impegnati nella missione del centro canossiano che è anche il proprio motto: “non solo istruire ma formare alla vita”. Le mie mansioni ad oggi molteplici dal lavoro di segreteria al coadiuvamento dell’insegnamento presso i laboratori, rendono ogni giorno diverso da quello precedente.
Non posso che non essere estremamente soddisfatto ed appagato nel mio operato ad ora, nel bene, nel male e anche in quei piccoli momenti di sconforto che sono inevitabili quando ci si confronta con menti dinamiche e in pieno sviluppo come quelle dei ragazzi. Attualmente sono candidato come futuro rappresentante della delegazione rappresentanti per i volontari del servizio civile a livello regionale. La delegazione nasce come scopo unico di ascoltare e mediare tra i volontari e tutto ciò che stà alle spalle della concretizzazione dei loro lavori. E se devo essere sincero, questi sono i motivi principali, misti a tanta curiosità, di intraprendere questa avventura, gli stessi che mi hanno spinto a diventare volontario a mia volta. Ringrazio i miei colleghi, il mio OLP e le persone tutte che stanno rendendo possibile tutto questo.
Colmo di voglia di fare, aspetto l’esito delle elezioni che si terranno a dicembre e che decreteranno la mia adesione o meno al progetto della rappresentanza. Porgo in fine i miei ringraziamenti al centro, per avermi dato l’istruzione e la curiosità di apprendere e al Dipartimento del Ministero delle Politiche Giovanili per il Servizio Civile, che ogni anno rende possibile tutto ciò, permettendo a tantissimi ragazzi giovani di diventare cittadini attivi, portatori dei valori della nostra Costituzione. Il mio augurio è di continuare fino alla fine questo anno e, cosa più importante, creare il luogo più accogliente possibile per i volontari che verranno. Luca Baldo, volontario SCU
L’iniziativa dell’Istituto Canossiano di Treviso per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Venerdì 25 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le classi del biennio e del triennio del liceo hanno incontrato in aula magna la dott.ssa Rita Giannetti, psicologa e presidente dell’associazione Telefono Rosa di Treviso.
I ragazzi sono stati coinvolti in una riflessione sui dati drammatici di un fenomeno che non dà segni di flessione, esaminandone le forme, da quelle sottili alle più palesi, e le possibili origini (stereotipi di genere e dipendenze affettive). Le iniziative di sensibilizzazione interessano le comunità educative quali destinatarie privilegiate per la formazione e l’informazione circa i servizi del territorio.
Nei giorni successivi all’evento, i ragazzi delle classi quarte e quinte hanno portato avanti le riflessioni ed è stato organizzato un dibattito a gruppi sul tema della gelosia come forma di amore, che si è inserito nel programma di Educazione civica delle rispettive classi.
Stefano Morato Istituto Canossiano “Madonna del Grappa”
Il cammino di Avvento alla Scuola Primaria “Barbara Melzi” di Legnano
Una nuova avventura è iniziata al Canossa Campus! I ragazzi che partecipano al C-Lab quest’anno hanno l’occasione di sperimentarsi con i podcast. La docente Federica Gagliardi ci racconta com’è nata quest’idea e come sta proseguendo Nella nostra scuola, il Canossa Campus di Brescia, i C-Lab sono uno spazio pomeridiano che consente agli studenti di esplorare, approfondire, scoprire sotto una nuova luce alcune delle discipline che già studiano in classe, offrendo però un approccio meno formale e strutturato, svincolato da programmi e scadenze.
Da alcuni anni mi occupo del C-Lab di inglese e sono alla continua ricerca di attività che possano coinvolgere e appassionare gli studenti. Quest’anno, per la prima volta, ho deciso di proporre loro l’esperienza del podcast. Ero consapevole del fatto che la realizzazione di un prodotto di questo tipo avrebbe messo in campo, in ambito didattico, molte competenze importanti: l’esercizio della lingua scritta e orale, il miglioramento della pronuncia e della dizione, una buona palestra per mettersi alla prova.
Quello che invece non mi aspettavo, e che rende questo progetto un’esperienza di grande valore, è la grande motivazione degli studenti che, volontariamente, hanno deciso di aderire al progetto. L’entusiasmo travolgente con cui hanno accolto la proposta e la costante dedizione con cui stanno lavorando, la forza di volontà e il modo in cui stanno imparando a controllare la propria emotività, l’altissimo livello di collaborazione e autonomia che dimostrano, oltre alle competenze informatiche e tecniche che stanno maturando di settimana in settimana, fa sì che un’esperienza che poteva rivelarsi semplicemente utile si stia trasformando in un bellissimo momento di confronto, approfondimento e crescita.
Ho chiesto ad alcuni dei membri del C-Lab, autori del podcast “Canossa Vibes”, di fare una sorta di “bilancio”, in seguito alla pubblicazione della prima puntata. Di seguito le loro risposte.
Elisabetta dice: “È un modo diverso di fare inglese, rispetto a come lavoriamo in classe. Prepariamo i copioni per le puntate successive, lavoriamo tutti insieme e condividiamo molto, confrontandoci continuamente, e solitamente in classe non si fa.” Secondo Francesco “è un modo più collaborativo di fare inglese, la parte che mi piace di più è quella che riguarda la grafica e la scelta della colonna sonora. Inoltre è divertente creare i materiali per il podcast e registrare le interviste.” Ludovica ha deciso di partecipare perché le “piaceva l’idea di uno spazio in cui dare voce agli studenti”, mentre Ester apprezza il fatto che “siamo tante persone diverse che si uniscono per portare avanti un progetto comune.”
“Dietro questa iniziativa c’è molto lavoro, impegno e fatica, ma alla fine vieni ricompensato dalla soddisfazione di aver creato qualcosa di entusiasmante.”, sostiene Ludovica. E aggiunge: “Mi piace anche perché si crea un gruppo di persone che collaborano fra di loro, si divertono seguendo i vari aspetti della produzione. Quando abbiamo pubblicato la prima puntata sono rimasta stupefatta. Mi sono anche creata un gruppo di amici che senza questa esperienza forse non avrei trovato. Sono proprio contenta di essere parte di questo progetto, anche per la parte divertente e l’atmosfera di fiducia reciproca che si è creata”.
Il processo che ha portato alla nascita di Canossa Vibes è stato abbastanza lungo ed elaborato: i ragazzi hanno deciso il tipo di struttura che il podcast e i singoli episodi avrebbero dovuto rispettare, ipotizzato un piano editoriale che consentisse di arrivare a giugno con un numero di temi non banali o ripetitivi.
Successivamente si sono dedicati alla creazione degli episodi. Raccontano: “Per preparare la puntata lavoriamo così: scriviamo il copione in lingua inglese, controllando che non ci siano errori e che sia scorrevole. Poi lo dividiamo in sequenze, per scegliere gli speakers. Successivamente intervistiamo le persone coinvolte nella puntata e infine montiamo il tutto e lo ascoltiamo per controllare che funzioni, che abbia un buon ritmo, che faccia venir voglia di continuare ad ascoltare.”
Canossa Vibes è un podcast che parla di news, curiosità, questioni riguardanti vari aspetti della vita degli studenti. La prima puntata si è concentrata sull’esperienza Erasmus+, che ha coinvolto vari ragazzi della scuola nei mesi passati. Ora stiamo lavorando al secondo episodio, che avrà come tema le serie tv consigliate dai nostri ascoltatori. Ma il futuro è ricco di sorprese, e abbiamo in serbo argomenti interessanti e collaborazioni con altri laboratori…niente spoiler, però!