È in grado la SELFIE GENERATION di riconoscere le proprie emozioni e saperle gestire? Certamente sembra facile, ma in realtà nulla è come appare. Questo è quanto è emerso dai ragazzi di 1S della SFP dei Servizi per l’Impresa dell’ENAC Veneto di Treviso (Ist. Canossiano) in seguito ad una attività proposta dalle due docenti Alessandra Vian e Valentina Scomparin. Questa esperienza speciale rientra all’interno di un workshop promosso da ENGIM Veneto che mira a far capire l’importanza delle SOFT SKILLS nella formazione dei ragazzi e quanto queste debbano entrare in modo preponderante nella didattica odierna. Con metodologie innovative gli studenti possono acquisire le competenze legate all’intelligenza emotiva e allenarle ogni giorno in classe, in famiglia e in contesti extra-scolastici.
In particolare, gli allievi della 1S sono stati chiamati a svolgere un test emotivo e a identificarsi nelMood Meter, ovvero il diagramma delle emozioni che evidenzia la percezione del momento rispetto alla loro energia e piacevolezza. I profili emersi sono stati vari, ma veritieri: irascibili, entusiasti, stressati, speranzosi, allegri, nervosi o con bassa autostima. I ragazzi hanno potuto così usufruire di un ampio ventaglio di vocaboli nuovi che hanno permesso loro di dare un nome ad un sentimento. Questo è il primo step per poterlo riconoscere quando si presenta, accettandolo e dando un significato preciso a quello che si sta vivendo (nominare per dominare).
L’intelligenza emotiva, cioè l’abilità di percepire le emozioni e accedervi, non è meno importante delle altre intelligenze ma spesso viene sottovalutata e non riconosciuta come supporto del pensiero e scintilla che scatena la forza interiore di ognuno aiutando la realizzazione personale.
L’Istituto Canossiano di Treviso, da sempre attento all’allievo in quanto individuo e al passo con le richieste della didattica del futuro, ritiene sia importante investire su questi temi riservando appuntamenti periodici agli studenti che avranno la possibilità di migliorare l’autoconsapevolezza attraverso l’autoanalisi e il confronto.
TEMPO DI COVID: l’Istituto Canossiano di Conselve non si ferma!
L’anno scolastico 2020/21 si è svolto in modo quasi continuativo per entrambe le scuole dell’Infanzia e Primaria dell’Istituto Canossiano di Conselve: la scuola è stata chiusa solo in due momenti nel rispetto delle direttive nazionali anti-Covid. Le docenti hanno svolto il loro programma con impegno e collaborazione in presenza e, quando è stato necessario, anche online.
L’ultima parte dell’anno ha riservato persino la possibilità di una gioiosa uscita! Infatti, gli alunni delle cinque classi della scuola primaria, muniti di mascherina e nel pieno rispetto delle regole di distanziamento sociale imposte dall’emergenza pandemica, sono arrivati a Bagnoli di Sopra (PD) in maniera scaglionata, accompagnati dai propri genitori, per poter visitare l’Aviosuperficie e dove ad attenderli c’erano le docenti di classe, per ammirare i velivoli biposto moderni e storici. Il linguaggio delle guide è stato adeguato alle varie età dei bimbi sotto l’aspetto didattico-culturale. Gli alunni hanno potuto osservare anche il volo di un drone telecomandato, per le riprese e le foto aeree; si sono anche divertiti a costruire aerei di carta con i quali si è disputata un’avvincente gara. L’uscita ha compreso il pranzo a sacco ed è stata entusiasmante per tutti.
Un’altra uscita scolastica è stata condotta dall’insegnante di religione cattolica, Don Nicolò Rocelli, cappellano della parrocchia di Conselve, il quale ha accompagnato, in due giornate diverse, gli alunni di classe 5^ sulla torre campanaria del Duomo da dove hanno potuto ammirare il paesaggio della Bassa Padovana circostante e suonare le campane toccandole con cura. Le altre quattro classi, invece, a turno sono state guidate dentro al Duomo per poter ammirare l’aspetto artistico-religioso dei vari elementi presenti.
Venerdì 4 giugno, ultimo giorno di scuola, i ragazzi di classe 5^ hanno salutato, con la presenza dei genitori, l’Istituto Canossiano che li ha accolti e seguiti lungo il corso dei cinque anni alla scuola Primaria; hanno ricevuto dalle loro insegnanti il “Tocco nero” e si sono esibiti in una canzone che ha simpaticamente riassunto l’avventura trascorsa a scuola.
Anche nella scuola dell’Infanzia, verso la fine dell’anno scolastico, i bimbi hanno potuto salutare le insegnanti: un momento speciale si è svolto venerdì 11 giugno quando i bambini di cinque anni hanno salutato e ringraziato le maestre e i genitori con canti e poesie. Clara Baraccani, coordinatrice della scuola, e M. Ancilla Rebuli, capo d’Istituto, erano presenti per dare valore alla consegna del diploma e del “Tocco rosso” come simbolo della promozione alla prima classe primaria. I bimbi delle tre sezioni a turno, hanno visitato la biblioteca comunale e sono andati a visitare l’Aviosuperficie di Bagnoli di Sopra come i compagni della primaria.
La pandemia non ha quindi fermato le attività previste superando i timori, anche con la collaborazione attiva delle famiglie.
Un grande evento, svoltosi il 6 giugno nell’auditorium della scuola, ha concluso le attività STEM del Liceo Scientifico delle scienze applicate dell’Istituto Canossiano di Feltre, ed è stato un evento significativo per diversi motivi.
Innanzitutto ha segnato il ritorno del pubblico in auditorium: con il rispetto di tutte le regole per la prevenzione del COVID-19, più di un centinaio di persone, fra familiari degli alunni, docenti, ed un gruppo ristretto di invitati, ha potuto assistere alla manifestazione, e la commozione dei presenti di fronte alla qualità del lavoro fatto da questi giovani studenti si è unita alla gioia del ritrovarsi insieme.
In secondo luogo è stata la conclusione delle attività STEM che le due classi del biennio del Liceo Scientifico sono riuscite a svolgere, pur nelle enormi difficoltà di questo anno scolastico.
Ed infine è stata una vera e propria esperienza didattica, che ha concluso i primi due anni di attività STEM del nostro Liceo, fornendo l’opportunità, quindi, per una sintesi dell’esperienza.
Oggi, l’acronimo STEM è piuttosto conosciuto, e le discipline che esso rappresenta – science, technology, engineering, mathematics – sono spesso alla ribalta nei dibattiti su quali siano i percorsi di studi, che possono essere significativi per lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta. Tuttavia, improntare una didattica sulle STEM vuol dire, per la scuola italiana, un profondo cambiamento rispetto ad una certa rigidità dell’organizzazione scolastica, in modo particolare riguardo ad una netta separazione dei saperi, che è evidente nella piuttosto rigida divisione oraria delle discipline nella scuola superiore, e ad una suddivisione statica, per anno, dei gruppi classe; due criticità sottolineate anche dal ministro Bianchi in una recente intervista e che la proposta didattica che abbiamo introdotto ha cercato di superare, con l’obiettivo di entusiasmare e coinvolgere gli alunni nel loro percorso di formazione.
Una didattica STEM è centrata, infatti, sulla collaborazione tra saperi e tra persone. Poiché i problemi che si pongono davanti all’umanità, oggi, sono oltremodo complessi e hanno bisogno di una profonda collaborazione multidisciplinare e di un grande lavoro di squadra.
In quest’anno scolastico abbiamo pertanto dedicato 4 settimane, in tre diversi momenti, per affrontare un delicato problema ambientale: lo stato di salute dei corsi d’acqua del nostro territorio. In queste settimane è saltato il tradizionale orario scolastico, e tutte le giornate sono state dedicate ad affrontare il tema proposto con uscite, esperimenti, laboratori di chimica, di informatica, di progettazione 3D, ed è anche stato superato il modello della classe, poiché gli alunni di prima e quelli di seconda – che inizialmente hanno lavorato su aspetti diversi del tema – si sono poi ritrovati insieme per confrontarsi sui risultati ottenuti e per progettare e realizzare un evento finale, che presentasse al pubblico gli interessanti risultati scientifici raggiunti.
Nell’ultima parte del percorso abbiamo inserito il coinvolgimento delle discipline umanistiche ed espressive; in un primo momento con la riflessione metacognitiva sull’esperienza vissuta e poi con l’organizzazione dell’evento finale, per il quale gli alunni sono stati guidati nella stesura dei testi presentati, nella produzione dei sussidi multimediali e nell’organizzazione pratica della serata.
Questo coinvolgimento delle discipline umanistiche è parte integrante del nostro progetto, poiché esse aiutano gli studenti a fornire un orizzonte di senso alla ricerca scientifica e offrono strumenti per la comunicazione efficace dei risultati ottenuti.
L’evento è stato un successo da tutti i punti di vista; in primo luogo quello scientifico, ma poi anche quello didattico, poiché ha portato sul palcoscenico giovani entusiasti della scuola e del sapere, curiosi del mondo e desiderosi di continuare sulla strada intrapresa. L’evento è visibile sul canale YouTube della scuola.
Museo della Preistoria e Museo Egizio- Scuola Primaria “Maddalena di Canossa” di Fidenza
A conclusione di questo anno scolastico, che non ha permesso di effettuare viaggi d’istruzione e visite di persona ai musei a causa pandemia, è stato realizzato dagli alunni della Scuola Primaria “Maddalena di Canossa” di Fidenza un progetto ambizioso: “Museo della Preistoria e Museo Egizio”.
Il tutto è stato allestito presso la Chiesa di S.Giorgio con la possibilità di visita da parte dei famigliari, amici e tutta la cittadinanza fidentina. Le classi Terza A e Terza B, che solitamente si recano a fine anno a visitare le incisioni rupestri presso l’Archeocamuni, hanno creato con una tecnica originale di pittura (burro e colore) e immagini relative ad animali e uomini preistorici.
Le classi Quarta A e Quarta B invece si sono addentrate nel mondo degli Egizi costruendo una gigantesca piramide sociale utilizzando materiali di riciclo, riprodotto papiri, gioielli, sarcofagi, il fiume Nilo. Inoltre, hanno tradotto alcuni testi in lingua inglese i quali illustravano la vita quotidiana del popolo Egizio; mentre per quanto riguarda la religione, hanno raffigurato tutte le divinità arricchendole con didascalie e ricerche personali.
Non si è tralasciato l’aspetto ludico: è stata disegnata una gigantografia raffigurante un arciere senza volto al cui interno i visitatori potevano posizionarsi e scattarsi una foto. I ragazzi, durante l’anno scolastico hanno creato, grazie a tutte le informazioni raccolte e allo studio, il mini libro in rima baciata con curiosità, cruciverba e quiz enigmistici.
Tutto ciò è stato arricchito da quadri, libri e oggetti raccolti grazie al contributo delle famiglie. Questo è stato un progetto articolato che ha impegnato tutto il secondo quadrimestre le insegnanti Martina Selmi, Chiara Ghirardi, Francesca Arduini, Andres Ceballos Ramirez, Sharon Salici, Maura Fava, Irene Battistini e Maria Chirumbolo.
La mostra è stata inaugurata alla presenza dell’Assessore alla pubblica istruzione Stefano Boselli, assessore alla cultura Maria Pia Bariggi e Sua Eccellenza Mons.Ovidio Vezzoli: gli alunni sono stati per loro guide d’eccezione effettuando spiegazioni dei singoli pannelli esposti.
Quest’ultimo ha commentato il museo con queste parole: “Nessuno nasce imparato. Si acquisiscono delle nozioni, le quali diventano patrimonio personale, e che non dimenticherete mai, soprattutto quelle a cui avete lavorato con dedizione vi rimarranno sempre impresse. C’è stato indubbiamente un impegno di ricerca, però non è bastato questo, avete avuto la fantasia, l’intelligenza, l’originalità di esprimere quello che avete studiato e quello che avete imparato attraverso la costruzione: della piramide sociale, dei pannelli, dei papiri ecc…”.
Tutto il corpo docente ringrazia caldamente la concessione della Chiesa di S.Giorgio da parte della Curia di Fidenza e per la partecipazione del Comune di Fidenza in questa iniziativa.
La DAD non ferma la passione per gli scacchi alle Canossiane di Monza
La didattica a distanza non è riuscita a fermare il programma di scacchi in vigore da quattro anni presso l’Istituto delle Canossiane di Monza. Le partite si sono trasferite online.
Giocare a scacchi è una attività educativa che rafforza le funzioni logiche, oltre ad influire positivamente sul rispetto delle regole e sulle capacità decisionali dell’individuo. Un progetto che non si è fermato neanche in epoca di pandemia. La scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Maddalena di Canossa da quattro anni porta avanti questo programma, collaborando con l’Asd Scuola Scacchi Cormano, ed ora, non potendo momentaneamente frequentare la loro aula scacchi nella sede di via Petrarca, i centododici alunni delle sei classi frequentano lezioni a distanza seguiti dal loro insegnante di educazione motoria Davide Malvisini.
«Abbiamo deciso di non fermarci perché crediamo molto nelle ricadute benefiche del gioco degli scacchi sulla formazione dei ragazzi – sottolinea la preside Viviana Gatto – ed abbiamo stabilito di prendere parte anche al “Trofeo promozionale scacchi scuola studenti” a squadre on line che coinvolgerà alcune scuole secondarie di primo grado e di secondo grado della nostra provincia».
L’iniziativa, promossa dall’ASD Scuola Scacchi Cormano con l’Ufficio scolastico per la Lombardia della zona di Monza e Brianza, era in programma il 14 aprile. Inoltre, l’Istituto Maddalena di Canossa sabato 20 marzo ha tenuto il suo torneo interno, sempre da remoto, per selezionare i quindici partecipanti da mandare all’appuntamento provinciale.
«Nonostante le difficoltà del momento – sottolinea Giuseppe Lisimberti di Bovisio Masciago, presidente onorario e fondatore dieci fa della scuola cormanese – siamo riusciti a organizzare un corso di formazione, durato dal 25 febbraio fino a poco fa, sul tema “Gli scacchi a scuola verso una didattica 4.0” che ha coinvolto sessantasei docenti di tutta la Brianza e a breve ci attende il torneo che chiamerà a raccolta gli studenti attraverso un’apposita piattaforma di gioco. Il nostro auspicio è di poter tornare a organizzare al più presto eventi in presenza».
ENAC Emilia Romagna: nuovo punto vendita didattico
Il primo giugno 2021 si è svolta presso ENAC Emilia-Romagna, nella sua sede di Fidenza, l’inaugurazione del nuovo punto vendita didattico per la vendita simulata di prodotti cosmetici e del benessere.
Il nuovo punto vendita è il frutto di una Unità Interdisciplinare della Classe II del Corso Operatore Amministrativo Segretariale che ha visto coinvolte diverse discipline, come ad esempio: pratiche di ufficio, economia aziendale, informatica, marketing, allestimento&visual merchandising e inglese.
Partendo dall’esperienza di Simulazione d’impresa, attraverso cui gli studenti “imparano facendo” (vale a dire la metodologia didattica adottata durante tutto l’anno scolastico) e in collaborazione con la Città del Ragazzo di Ferrara e l’impresa madrina “Terme di Salsomaggiore e Tabiano”, gli alunni hanno simulato tutte le operazioni necessarie per l’avvio di una nuova attività di vendita al pubblico.
Essi hanno quindi appreso quali siano gli adempimenti necessari per richiedere l’autorizzazione al Comune, per comunicare ai vari Enti l’apertura dell’attività, e hanno iniziato a conoscere e utilizzare un nuovo software appositamente installato per la gestione di un negozio.
Inoltre, hanno appreso l’utilizzo dei codici a barre, l’associazione ai prodotti, l’inserimento degli articoli per la gestione delle operazioni di cassa e del magazzino.
Divisi in gruppi, hanno poi “pensato” e “realizzato” il logo dell’evento e prodotto la locandina pubblicitaria dello stesso. Contemporaneamente, hanno realizzato il nuovo catalogo cartaceo e on line, in italiano e inglese e le brochure da distribuire durante l’inaugurazione del punto vendita.
Hanno poi studiato le tecniche base del visual merchandising, arrivando a progettare l’allestimento e l’esposizione dei prodotti, utilizzando le scatole vuote dei prodotti stessi fornite dall’azienda madrina. Pian piano il nuovo punto vendita ha preso forma: sono stati quindi realizzati e spediti gli inviti alle autorità, mentre i ragazzi hanno esaminato le tecniche di accoglienza in un negozio e preparato le gift card da consegnare agli ospiti. Tentando all’interno dei suoi corsi. Il corpo docente ha creato una sfida reale (il reperimento di fondi per finanziare il nuovo laboratorio) e i ragazzi hanno messo in campo le loro competenze e si sono messi in gioco per risolvere il problema.
Il gran giorno è poi finalmente arrivato.
Nel rispetto delle norme anti-assembramento e quindi con grande attenzione al distanziamento, Fiammetta Antozzi, direttrice di Enac ER, ha tagliato il nastro, dopo essersi complimentata per il lavoro svolto dagli studenti, eleganti ed emozionati, certi di aver aggiunto nuove competenze alla loro preparazione.
La giornata si è conclusa con la vendita, simulata, dei prodotti da parte degli alunni che si sono avvicendati nei panni di cassieri e di clienti, “giocando” con scontrini e altri mezzi di pagamento.
Certamente un metodo divertente per aumentare le loro competenze non soltanto di stampo segretariale, ma anche relativo al mondo della vendita e della relazione con il pubblico.
Cuore di questa unità didattica sono state le docenti Sabrina Crovini e Maura Massari.
Al termine dell’anno scolastico, finalmente, gli studenti del Liceo di Scienze umane – teatro e cinema dell’Istituto Canossiano Madonna del Grappa di Treviso, sono riusciti a mettere insieme uno spettacolo e presentarlo al pubblico di amici e parenti.
Una grandissima soddisfazione unita alla gioia di poter tornare sul palco di fronte ad una platea. Il tutto, ovviamene, si è svolto nel rispetto delle norme anticovid. Le ragazze e i ragazzi hanno recitato, cantato, ballato in gruppo, in duetti e in assoli. Ogni pezzo è stato preparato da loro anche dal punto di vista registico e coreografico, sotto la guida esperta del Prof Davide Stefanato.
I ragazzi hanno saputo mettere in scena le loro emozioni legate ad un anno molto complesso, la voglia di ripartire, l’impazienza di ritornare a vivere a piena la loro splendida giovane età!
Nonostante l’anno complesso, le loro competenze sono sicuramente maturate e non vediamo l’ora di vederli nuovamente sul palcoscenico!
Grazie alla collaborazione con l’associazione “Millenium 2000”, ENAC Puglia ha la possibilità di realizzare un nuovo laboratorio per la produzione di pasta secca. Nonostante gli ingenti investimenti, sono ancora necessarie delle ultime opere di adeguamento degli impianti. Questa esigenza ha stimolato la creatività degli allievi che, su mandato della direzione dell’ente, hanno avviato il primo progetto di crowdfunding promosso da ENAC Puglia.
Per chi non lo sapesse, il ‘crowdfunding’ rappresenta il ‘finanziamento della folla’ dall’inglese ‘crowd’ (folla) e ‘funding’ (finanziamento) e talvolta ci si riferisce a tale fenomeno come ‘finanziamento dal basso’ o ‘finanziamento collettivo’. In sostanza, si tratta di raccogliere denaro da più persone per finanziare la realizzazione di un progetto o di un’idea.
Ecco quindi che gli studenti di ENAC Puglia hanno concepito e dato alla luce l’AGROBOX, un pacco alimentare che al suo interno contiene:
2 confezioni da 500g di pasta Foglie di ulivo;
2 confezioni da 500g di pasta Gigli;
250 ml di olio Evo “Società Agricola Figliolia”
5 kg di semola rimacinata “Senatore Cappelli”
1 kg di farina “Grano mischio”;
2 lattine di pomodori “Rosso Gargano”;
1 bottiglia di vino “Antica Enotria”;
1 voucher per il ritiro di 5 Kg di pasta prodotta nel nuovo laboratorio;
Cantucci alle mandorle e cioccolato prodotti dagli allievi dell’OF17 di ENAC Puglia;
Scaldatelli prodotti dagli allievi dell’OF18 di ENAC Puglia;
I prodotti all’interno del box sono stati realizzati direttamente dagli allievi o, in alcuni casi, sono stati donati da alcune aziende sponsor. Per promuovere l’iniziativa gli allievi dell’ENAC Puglia hanno organizzato un evento di sensibilizzazione lo scorso 16 giugno presso la struttura formativa di Via Gioberti a Foggia.
Questa splendida iniziativa si inserisce all’interno del progetto Early School Workers e rappresenta un’applicazione pratica della metodologia Project Based Learning (PBL) che l’ente sta implementando all’interno dei suoi corsi. Il corpo docente ha creato una sfida reale (il reperimento di fondi per finanziare il nuovo laboratorio) e i ragazzi hanno messo in campo le loro competenze e si sono messi in gioco per risolvere il problema.
Lettera a cuore aperto della Classe V liceo delle scienze umane dell’Istituto Matilde di Canossa di Como
Vi riportiamo una lettera inviataci dalle studentesse della V scienze umane dell’Istituto Matilde di Canossa di Como. A noi ha fatto particolarmente riflettere e le loro parole ci hanno fatto emozionare…buona lettura!
Le ragazze scrivono: “Che cosa non vogliamo dimenticare della pandemia?”è la domanda protagonista della “Settimana delle Scienze umane 2020-2021 ”, organizzata come ogni anno dal nostro Istituto per gli studenti del triennio iscritti appunto al Liceo delle scienze umane: cinque giorni di stop alle lezioni tradizionali e dedicati all’approfondimento di un tema particolare grazie all’intervento di relatori competenti, a momenti di riflessione nella classe e tra le classi e alla progettazione di un prodotto finale che possa presentare, sia al resto della scuola che all’esterno, quanto appreso.
Il tema di quest’anno pare a primo impatto paradossale: da oltre un anno infatti l’intero pianeta è colpito da una crisi sanitaria che ci ha costretti a molti sacrifici ed ha provocato molto dolore, perché allora ci chiediamo cosa non vogliamo dimenticare?
Durante la settimana abbiamo potuto ascoltare voci di esperti operanti in diversi ambiti della società che ci hanno reso partecipi di sfaccettature nascoste e poco note della pandemia: un filosofo, una maestra delle elementari con alcuni suoi alunni, un politologo, una psicoterapeuta e un’infermiera. In ognuno di loro abbiamo intravisto la fatica nell’affrontare questo tempo “imprevedibile” che ci ha colti di sorpresa e impreparati, che ci ha costretto a sperimentare così da vicino la solitudine e la sofferenza, ma ciò che è emerso in maniera preponderante è stata la speranza, il desiderio di vivere intensamente anche questa nuova sfida. Grazie ai loro occhi, abbiamo visto la nostra situazione di isolamento in modo diverso, sicuramente più empatico, comprendendo come sia infantile chiudersi e fossilizzarsi sul proprio ego mortificato, perché essere uomini e donne significa spendersi sul campo, e non importa quanto questo campo possa essere minato, quello che conta è cercare di aprire una strada capace di mostrare, a noi stessi ed agli altri, orizzonti nuovi e nuovamente significativi in una terra che pareva già nota a tutti.
Cosa non vogliamo dimenticarci quindi, o meglio, cosa vogliamo ricordare, cioè “richiamare in cuore”, anche tra molto tempo, di questi anni di pandemia?
Resterà nel nostro cuore un pensiero che ci dirà di come questo periodo disordinato ci abbia permesso di guardarci dentro, di essere solidali con gli altri, di unirci anche se tutti distanti.
Non vogliamo dimenticarci di come questa “tempesta” ci abbia permesso di riscoprire lo stare in famiglia, l’essenzialità, il valore della libertà e della scuola come luogo, anche virtuale, di incontro e di confronto.
Non vogliamo dimenticarci dell’impegno di insegnati e studenti al fine di trovare nuove e stimolanti modalità di dialogo e conforto, così come porteremo con noi le persone che ci sono state vicine e quelle che hanno fatto del “prendersi cura” il proprio compito quotidiano.
Ci verrà in mente di come spesso ci siamo affidati al virtuale forse anche per scappare da una realtà stretta e difficile, e ci penseremo due volte, quando avremo la possibilità di chiarire un rapporto di persona, a rinunciarci optando per un semplice whatsapp. Ricorderemo di come vince sempre chi si mette in gioco, anche se agli occhi degli altri può apparire un perdente. Ricorderemo che il pessimismo è facile, mentre la vera sfida è sempre quella della speranza.
Si, durante il lockdown abbiamo compiuto 18 anni, siamo diventante maggiorenni senza feste né celebrazioni. Ci è sembrato ingiusto, ma forse grazie a queste rinunce siamo diventate davvero un po’ più grandi, più ricche e consapevoli, e quindi responsabili. Responsabili di mantenere viva in noi la memoria di questa fatica, ma anche di coglierne le potenzialità per farle fruttare nel futuro. La nostra vita è adesso, e nessuna pandemia, così come nessun’altra difficoltà, potrà mai sottrarcela del tutto. Questo ricorderemo, questo il nostro messaggio: “Ogni mattina, dimentica le tue ansie e le tue paure: alzati e impegnati per diffondere la tua luce tutt’intorno. Soltanto i ciechi non potranno scorgere il tuo splendore, tutti gli altri ne resteranno affascinati”.
Marco, è poco più di un anno che sei entrato nella famiglia ENAC, anno in cui ti sei occupato soprattutto dei corsi di formazione per il personale delle scuole canossiane. Come ti sei sentito in questa nuova veste, da progettista quale sei?
Mi sono sempre occupato di sociale e di categorie svantaggiate, in Italia e all’estero. Supportare gli insegnanti nello sviluppo delle proprie skills, in particolare quelle soft, quelle più relazionali ed empatiche, è per me motivo di appassionamento e di crescita professionale in quanto sono operatori che a loro volta si interfacciano direttamente con forme più o meno profonde di “svantaggio”. Non è più un ruolo di mediazione diretta e compartecipata ma diventa un’azione di secondo livello per creare le migliori condizioni necessarie affinché i docenti possano esprimere le proprie competenze per scoprire talenti, anche laddove si vedano soltanto difficoltà (dell’apprendimento, del calcolo, della dizione…). Gli insegnanti sono molto spesso i primi educatori di una società, specialmente in presenza di famiglie disgregate o multi-famiglie dove i giovani “adulti” hanno molteplici riferimenti senza esserne punti fermi. Quest’aspetto accresce il mio senso di responsabilità.
Per te la formazione è stato scoprire un nuovo mondo: qual è l’aspetto che ti è piaciuto di più? E quello che ti è piaciuto meno?
Provengo da una famiglia di insegnanti pertanto ho sempre respirato “scuola” a casa e nelle conversazioni serali. Per studi e interessi mi sono dedicato al sociale e a contesti dal forte impatto sfidante e con un respiro internazionale, questo in parte mi manca. D’altro canto apprezzo l’ampissimo parterre che il mondo canossiano mi sta mettendo a disposizione presentandomi persone di altissimo profilo e di indubbia qualità professionale. Ho molto da imparare da questi incontri e dalla missione di Maddalena, che di sfide ne ha vinte tantissime!
Se pensi ai partecipanti, quale credi sia la loro opinione sull’offerta che diamo loro?
Non posso dire molto in un anno di lavoro e non ho l’esperienza per confrontare ENAC con altri enti di formazione e con la loro offerta formativa. Ritengo che ENAC faccia il possibile per tenere in considerazione alcuni parametri fondamentali della formazione:
I principi canossiani e il ruolo dell’educatore/ educazione all’interno degli Istituti;
La contemporaneità dell’offerta formativa con il contesto attuale che sta vivendo l’istruzione e la formazione in Italia e, grazie alla rete di stakeholder europei, anche fuori dai confini nazionali;
L’innovazione formativa, con un’attenzione particolare all’evoluzione della scuola nel contesto legislativo e sociale italiano, favorendo formazioni dedicate e tailor made per categorie specifiche all’interno della scuola e dei centri di formazione professionale (dirigenti, coordinatori, amministrativi e personale non docente).
Da queste premesse e dai questionari di gradimento che riceviamo al termine di ogni corso è riscontrabile un buon apprezzamento della nostra offerta formativa da parte dei discenti. Qualche problema legato alla formazione a distanza, ma questo è inevitabile.
Sicuramente la gravi crisi pandemica non ha favorito il rapporto diretto e costante con le sedi e con il personale ivi impiegato; sarà mio compito riprendere e rafforzare le relazioni.
Ci sono dei corsi specifici che ti piacerebbe proporre loro in futuro?
In generale sono molto attratto da formazioni che riguardano l’aumento delle performance delle capacità cognitive individuali (corsi di memorizzazione rapida, competenze socio-emotive, mind-mapping, l’uso delle frequenze per la metaconoscenza, ecc.). Credo che utilizziamo molto poco del nostro intelletto e si potrebbe far di più. Apprezzo il mantenimento di un certo grado di creatività e visualizzazione (…di un mondo più in connessione con la natura e con il Divino) anche all’interno di mansioni e/o attività tecniche come quelle che svolgo. Mi piace l’approccio montessoriano nell’educazione e, da padre, vorrei che i bambini venissero spronati ad esprimere i loro talenti, anche se questi sono lontani da programmi ministeriali o format educativi prestabiliti. Gli insegnanti in questo fanno la differenza. Educare, nell’etimologia della sua parola, significa “tirare fuori” e mi piacerebbe proporre corsi per sviluppare ancor più queste competenze nel corpo docenti canossiano, che già è molto preparato. Mi riprometto in futuro di ascoltare sempre più i bisogni delle nostre realtà educative e trarre insegnamento dai loro approcci per favorire un’offerta formativa sempre più attinente al loro modo di concepire l’educazione e la formazione. In futuro, per migliorare l’offerta formativa, ENAC sta ideando un nuovo catalogo corsi e un database formatori di alto profilo.
Cosa ci dici della formazione a distanza? Quali sono, secondo te, le maggiori differenze con la formazione in presenza?
Inizio con un pro: possiamo proporre i top formatori a qualsiasi realtà educativa indipendentemente dalla distanza e dalla logistica. Questo accresce moltissimo la qualità formativa. Viene però meno tutta la comunicazione non verbale e la “potenza” del gruppo, l’energia che essa sprigiona, il confronto coi colleghi su tematiche “altre” e quella connessione naturale tra le persone che si crea spontaneamente in un ambiente con molte identità e valori. Mi chiedo, tuttavia, cos’è meglio tra la formazione a distanza e la non-formazione? La domanda è sarcastica, pertanto accolgo favorevolmente la formazione a distanza come una grande opportunità contraria all’apatia del sapere che si sarebbe potuta creare senza questo importante strumento.
Per noi che progettiamo, organizziamo, monitoriamo e rendicontiamo i corsi la modalità a distanza ha aumentato la mole di lavoro ed il processo di “tecnicizzazione” del nostro operato.
Una richiesta che faresti all’ente finanziatore?
(Ride) L’informatica dovrebbe essere al servizio dell’uomo per favorire e velocizzare i processi lavorativi. Con il nostro donor è così solo in parte. Quindi, la prima cosa che chiederei è una rivalutazione della piattaforma digitale per eliminare ripetizioni e l’inserimento di dati già più volte introdotti. D’altro canto, ho trovato moltissima disponibilità e una grande dedizioni nei confronti di noi enti attuatori. Merito anche del curriculum che ENAC si è creato in questi anni di lavoro dovuta alla professionalità dei miei colleghi.